In cerca di ristoro dopo una lunga camminata, la cara Krig ed io approfittammo di una comoda panchina ombreggiata, all'uscita della chiesa. L'arsura e la fatica ci stavano stremando ed il posto, apparentemente tranquillo, sembrava perfetto per recuperare energie e godersi un po' di pace.
Ci eravamo appena sedute quando una curiosa vecchietta dal passo incerto cominciò ad avvicinarsi borbottando, fino ad arrivare davanti a noi.
«Io je sparerei a quelle due», alzammo entrambe lo sguardo verso quella figura goffa e un po' ricurva pensando di aver sentito male.
«Non dico a voi due, eh» disse infatti subito dopo. Non potemmo però ignorare la preoccupazione che le sue parole avevano destato, così le chiedemmo se andasse tutto bene. Durante il breve tragitto percorso dalla signora, dalla chiesa fino a noi, avevamo pensato volesse rivendicare la sua proprietà sulla panchina ed eravamo già pronti a sollevare le nostre membra e a riprendere la ricerca di un luogo dove poter trovare ristoro, ma compreso che non correvamo alcun pericolo tornammo a rilassarci sulla spalliera, sentendoci come vittoriosi conquistatori.
«Stanno sempre a parla' quelle due» continuò la signora sedendosi affianco a noi e indicando un gruppo di anziani fermi a conversare all'ingresso della chiesa. Dopo pochi istanti aveva già cambiato discorso.
«Oh, ma sei una ragazza, pensavo fossi un maschietto con questo cappellino... Ma siete sorelle?»
«No, siamo amiche».
«Chi è la più grande delle due?»
«Siamo coetanee, ma io sono più grande di qualche mese».
«E quanti anni hai?»
«Venticinque».
«Venticinque?»
Si alzò in piedi di scatto, colta di sorpresa dalla - forse sconvolgente - notizia.
«Non ve li avrei mai dati, che Dio vi benedica. Brave, voleteve bene sempre» e se ne andò, finalmente ricongiunta all'amica che fino a poco prima era a chiacchierare tra il gruppetto all'ingresso della chiesa.
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