Passa ai contenuti principali

Via Montagna Spaccata

Via Montagna Spaccata, una strada che si prende da Rocca Priora e il navigatore ha ben pensato potesse essere quella che più velocemente poteva portarmi da Tivoli a Velletri. Non una passeggiata per la mia Punto del '96 dal surriscaldamento facile. Con lei ho affrontato ogni tipo di avventura, dal salire a 1250 m di altitudine, passando tra stradine di paese fatte di blocchetti di pietra, al guidare con condizioni atmosferiche spaventose. Ma Via Montagna Spaccata è stata l'unica a farmi temere di non potercela fare.
Riesco ancora a percepire il terrore con cui ho affrontato quella salita. Il mio corpo proteso sul volante come se il peso potesse aiutarmi a proseguire, spingendo me e la macchina, come se avessi paura di cadere all'indietro.
Mai nome fu più azzeccato per una strada. Quello "spaccata" si riferisce anche alla mia anima divisa tra l'esortazione a proseguire per orgoglio - e perché a quel punto era l'unico modo per tornare a casa in giornata - e la paura di morire.
Così in pendenza che ancora piango a ripensarci.

Commenti

Post popolari in questo blog

Voleteve bene sempre

In cerca di ristoro dopo una lunga camminata, la cara Krig ed io approfittammo di una comoda panchina ombreggiata, all'uscita della chiesa. L'arsura e la fatica ci stavano stremando ed il posto, apparentemente tranquillo, sembrava perfetto per recuperare energie e godersi un po' di pace.  Ci eravamo appena sedute quando una curiosa vecchietta dal passo incerto cominciò ad avvicinarsi  borbottando, fino ad arrivare davanti a noi.  «Io je sparerei a quelle due», alzammo entrambe lo sguardo verso quella figura goffa e un po' ricurva pensando di aver sentito male.  «Non dico a voi due, eh» disse infatti subito dopo. Non potemmo però ignorare la preoccupazione che le sue parole avevano destato, così le chiedemmo se andasse tutto bene. Durante il breve tragitto percorso dalla signora, dalla chiesa fino a noi, avevamo pensato volesse rivendicare la sua proprietà sulla panchina ed eravamo già pronti a sollevare le nostre membra e a riprendere la ricerca di un luogo dove

Basta poco

Basta poco per cambiare una giornata, per renderla un po' meno grigia e piovosa. Basta veramente poco. Come quando, arrivando in ufficio con i vestiti fradici per la camminata sotto il diluvio, un mio superiore mi dice: «Ti vedo bene». E io lì, con la faccia di chi pensa di essere preso per il culo, mi lascio scappare dalle labbra un incredulo "perché". «Boh mi sembri felice, è bello».  Devo ammettere di non aver saputo trattenere un sorriso e sì, ho sentito una strana energia pervadermi e scaldarmi da quei sentimenti freddi che fino a pochi istanti prima mi avevano fatto credere che non avrei trovato modo di risollevarmi il morale. O quando, qualche ora più tardi, dopo aver rischiato una multa e passato ore in sala d'attesa dal medico, durante la visita questo mi chiede: «Allora, cosa stai studiando ultimamente?» Comincio ad illustrargli tutti gli esami che mi mancano, preparandomi alle solite battutine sui miei studi a cui ormai ho fatto l'abitudi